Creava illusioni, nelle quali intrappolava gli altri, Lady Blue.
Indossava colori che non le appartenevano, parlava citando libri e film,
trasmetteva emozioni che aveva costruito e dipinto col pennello. Si
fingeva un' artista, e c' era chi ci credeva. Chi leggeva entusiasta
quello che vomitava nel proprio blog, o che elogiava le sue capacità
artistiche. Ma Lady Blue fingeva.
Lady Blue non provava niente. Era fredda. Un corpo vuoto. Un corpo vuoto
che voleva vivere. E così costruiva emozioni con le quali si riempiva.
Ma non sapeva gestirle. E allora si nascondeva dietro un monitor. Dal
quale elargiva preziosi consigli. Un monitor che la proteggeva e che la
aiutava a costruire le sue illusioni, i suoi labirinti mentali. Un
monitor che le permetteva di essere ciò che voleva fingere di essere.
Ed era così che appariva. Una dolce ragazza, fragile e sensibile, che
non veniva compresa da nessuno ma che aveva sempre una parola per il
dolore degli altri. Il dolore del quale si nutriva. Cercava persone che
avevano sofferenze reali per poterle imitare, e cercare poi di farle
divenire le sue marionette, catturandole nei suoi labirinti mentali,
dove tagliava loro le ali impedendogli di volare via. Aveva inventato il
suo perfetto personaggio da gioco di ruolo. Gli aveva dato un nome, un
ruolo, un carattere. Si era inventata una vita dietro che non
esisteva.Finti episodi di tentati suicidi, una depressione ed un
anoressia da cui non guariva e che esistevano solo nel suo blog; i suoi
idoli erano ovviamente personaggi disturbati come Christiane F. , i
tagli sui polsi, la disperazione per episodi che non erano mai esistiti.
Si muoveva sempre come su una lama di rasoio, fingendo di essere in
bilico sul suo dolore, non avendone alcuno. Lady Blue era maestra di
illusioni.
Era facile rimanerne intrappolati, se si era deboli. Era difficile
uscire dai suoi miraggi. Ma poteva ingannare solo chi si perdeva nel
deserto della solitudine, chi aveva sete di comprensione.
Era così che appariva. Il suo opposto. Cercava di ribaltare tutto ciò
che era. Ma l' effetto funzionava solo da lontano.Solo se filtrato da un
monitor.Le sue illusioni erano mutevoli, non erano mai le stesse,
cambiavano come cambiavano i suoi vestiti e il colore dei capelli. Era
complesso. E da vicino non riusciva a tenere su il teatrino che aveva
costruito. Rimaneva china sul bordo del suo baratro a vedere le sue
costruzioni crollare.Cercava di correre vie, di fuggire e non dare
spiegazioni. Ma non ci riusciva. Tutto crollava. Le sue relazioni si
basavano sulla distanza e sulla finzione. Da vicino era
impossibile.Tutta quella sensibilità, tutta quella comprensione, tutta
quella fragilità sparivano. Rimaneva solo le manie di possessione e
controllo. L' ossessione delle bugie degli altri. Le urla e le grida. Il
far sentire agli altri quanto erano sbagliati per i loro difetti.
Questo rimaneva. Nemmeno briciole.Ed era allora, avvicinandosi, che la
realtà tornava ad essere quello che era. Il miraggio svaniva, si
ribaltava tornando al suo posto. E Lady Blue tornava ad essere quello
che era.
Una scatola piena di coriandoli ritagliati dalle vite degli altri. E vuoto.
IrisLuna
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